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Consider a future device for individual use, which is a sort of mechanized private file and library. It needs a name, and to coin one at random, "memex" will do. A memex is a device in which an individual stores all his books, records, and communications, and which is mechanized so that it may be consulted with exceeding speed and flexibility. It is an enlarged intimate supplement to his memory.

V. Bush, As We May Think

We shape our buildings; thereafter they shape us.

W. Churchill

Or, even if we ourselves should happen not to be interrupted by death or military service, why should we -- indeed how can we -- continue to take an interest in these placid occupations when the lives of our friends and the liberties of Europe are in the balance? Is it not like fiddling while Rome burns?

C.S. Lewis, Learning in War-Time

Che cosa era Enrico Mattei? Un avventuriero? Un grande patriota? Uno di quegli italiani imprendibili, indefinibili, che sanno entrare in tutte le parti, capaci di grandissimo charme come di grandissimo furore, generosi ma con una memoria di elefante per le offese subite, abili nell'usare il denaro ma quasi senza toccarlo, sopra le parti ma capaci di usarle, cinici ma per un grande disegno...

G. Bocca



The Rangers had a homecoming
In Harlem late last night
And the Magic Rat drove his sleek machine
Over the Jersey state line
Barefoot girl sitting on the hood of a Dodge
Drinking warm beer in the soft summer rain
The Rat pulls into town, rolls up his pants
Together they take a stab at romance
And disappear down Flamingo Lane

B. Springsteen, Jungleland

Reading fiction is one of the few remaining paths to transcendence, that elusive state in which the distance between the self and the universe shrinks. [...] In his 1905 essay “On Reading,” Marcel Proust puts it nicely: “With books there is no forced sociability. If we pass the evening with those friends—books—it’s because we really want to. When we leave them, we do so with regret and, when we have left them, there are none of those thoughts that spoil friendship: ‘What did they think of us?’—‘Did we make a mistake and say something tactless?’—‘Did they like us?’—nor is there the anxiety of being forgotten because of displacement by someone else.”

C. Dovey, Can Reading Make You Happier?, The New Yorker

Scrivo queste righe seduto di fronte a una finestra che guarda i boschi coperti di neve. I bambini giocano in fondo al corridoio: sono la quarta generazione della mia famiglia ad abitare queste stanze. All’interno dell’anta di un armadio, piccole righe tirate a penna segnano il rincorrersi delle loro altezze anno dopo anno, e si sovrappongono a quelle tracciate per me alla loro età, e per mia madre una ventina d’anni prima. La casa, costruita dove finisce il paese e iniziano i prati, è il punto fermo della mia vita – giù in pianura ho cambiato città e appartamenti, e con loro gusti, arredi, compagni di strada. Ma qui le cose seguono il loro ritmo diverso: il sole e la neve si alternano sulle tavole di ardesia del tetto, i piatti in dispensa sono gli stessi su cui si faceva merenda tanti anni fa, i vecchi vetri fanno quel che possono per proteggere dal vento freddo che scende dalla montagna. È una casa accogliente e piena di luce. Sono stato fortunato: ho potuto lavorare da qui durante i tre mesi di lockdown, la scorsa primavera. E come molti, come tutti ho aspettato tra queste quattro mura che la storia facesse il suo corso, che le notizie drammatiche pian piano lasciassero spazio alla speranza: anche stavolta, in qualche modo, la vita sarebbe stata più forte di tutto, e avremmo potuto riprendere il cammino. Oggi che mi trovo a prendere la direzione di AD, il giornale delle case, di quelle più belle del mondo come sta scritto in copertina, voglio dedicare un pensiero a tutte le case – a tutte, anche e soprattutto a quelle che non sono le più belle del mondo. Le case sono state l’ancora alla quale in questi mesi tutti noi abbiamo agganciato le nostre vite spazzate dalla bufera. Abbiamo imparato di nuovo ad apprezzare, e a non dare per scontato, quanto ci sappiano far sentire protetti. Le abbiamo curate, se ne abbiamo avuto la possibilità le abbiamo rese più belle e accoglienti. Ci sono mancate quando si trovavano in una regione che non si poteva raggiungere. Non vediamo l’ora che la bella stagione, e con essa una ventata di buone notizie, ci permettano di lasciarle – almeno per un po’, ché tanto loro stanno lì ad aspettarci. Proprio come questa casa sul bordo del bosco che magari non è la più bella del mondo, ma di sicuro lo è per me.

E. Farneti, AD Italia

If you are lucky enough to have lived in Paris as a young man, then wherever you go for the rest of your life, it stays with you, for Paris is a moveable feast.

E. Hemingway, A Moveable Feast

Much I suspect like you, my go-to tonic for any kind of mental malaise is driving cars. [...] Ordinarily I would have looked for a safe opportunity to pass and continued on my way, but this was different. I reckoned the driver was a local, probably on their way home, on a fabulous road they know like the back of their hand. There was nothing risky about their driving, but they were going quickly, carving perfect lines between the sweeping curves, and intelligently losing speed with smooth lifts of the throttle rather than clumsy stabs at the brakes. I knew I was in the presence of a quality driver when villages were driven through at less than the posted limit. It was masterful, considerate, risk-free stuff. [...] Whoever you were, thank you.

D. Meaden, EVO

'The Contessa is not at home, my Colonel,' he said. 'They believe you might find her at Harry's.' 'You find everything on earth at Harry's.' 'Yes, my Colonel. Except, possibly, happiness.' 'I'll damn well find happiness, too,' the Colonel assured him. 'Happiness, as you know, is a movable feast.'

E. Hemingway, Across the River and into the Trees

Like earlier generations of English intellectuals who taught themselves Italian in order to read Dante in the original, I learned to drive in order to read Los Angeles in the original.

R. Banham, Los Angeles: The Architecture of Four Ecologies

In spite of illness, in spite even of the arch-enemy sorrow, one can remain alive long past the usual date of disintegration if one is unafraid of change, insatiable in intellectual curiosity, interested in big things, and happy in small ways.

E. Wharton

Difendi i campi tra il paese
e la campagna, con le loro pannocchie
abbandonate. Difendi il prato
tra l’ultima casa del paese e la roggia.
I casali assomigliano a Chiese;
godi di questa idea, tienila nel cuore.
La confidenza col sole e con la pioggia,
lo sai, è sapienza santa.
Difendi, conserva, prega!

P.P. Pasolini

Un uomo si mette in marcia per raggiungere, passo a passo, la saggezza. Non è ancora arrivato

I. Calvino, Palomar

At the root of Western philosophy, there is a dinner party. Whether fictional or real, the Ancient Athenian supper that Plato recounts in his “Symposium” has all the familiar outlines of our own modern gatherings: drunkenness, attempts at moderation, cures for hiccups, a “no shoes” policy, surprise drop-in guests, flirtations — not to mention some gentle ribbing, one-upmanship and a long, heated discussion of love.

L. Rysman, How to Host a Relaxed Dinner Party Like an Italian, NYT